sabato 23 agosto 2014

Fattoria Urbana Diffusa?

E’ una giornata di pioggia di fine estate, una come tante (mi ci sto ormai abituando e ci provo pure gusto). Mi accingo a scrivere un po’ di cose che mi frullano in testa da ormai troppo tempo, argomenti che non ho mai messo per iscritto ma forse c’era bisogno di far decantare alcuni pensieri prima di renderli pubblici.
In quest’ultimo anno mi sono dedicato al cento per cento alla cura della terra, ci sottolineo a dire cura della terra e non coltivazione della terra perché sono due cose completamente diverse, una può contenere l’altra ma non sono speculari.
Ho assistito, grazie al tempo, alla trasformazione di un luogo, l’orto delle Zitelle (che d’ora in poi chiamerò giardino delle Zitelle), alla venuta di nuove persone alla sua cura e all’evoluzione delle modalità di partecipazione.
Per quanto mi riguarda, sono passato da un approccio amatoriale ad uno professionale, nel senso che adesso riesco a vivere dei prodotti che coltivo e vendo a vari ristoranti del Centro Storico; a questa mia attività si sono legate alcune persone, ognuna mettendo la sua propria esperienza e sensibilità, ma comunque sempre in un’ottica di progetto comune. L’esperienza di SpiazziVerdi rimane ben salda nel suo spirito iniziale, l’autoproduzione di cibo, l’attenzione alle relazioni (sia all’interno del gruppo sia rispetto alle persone che vivono e lavorano nella casa di riposo dell’IRE o ai parenti degli anziani) e la promozione in città di tematiche legate ai temi della produzione e del consumo consapevole.
 L’evoluzione, se vogliamo parlare di quello che è successo da qualche mese, è una visione più produttiva, che non chiamerei imprenditoriale ma piuttosto di sviluppo sociale. L’idea di far crescere una passione per la cura dell’ambiente e farla diventare fonte di reddito sta crescendo, come anche quella di promuovere in modo virale ad altri questa esperienza; all’interno del gruppo stiamo cercando di “personalizzare” le attività, in base alle pulsioni dei singoli ma anche rispetto a quelle che sono le richieste dei clienti che già ho (per ora sono l’unico ad aver “istituzionalizzato” la mia posizione lavorativa) e soprattutto rispetto ai segnali, anche forti, che riceviamo dalla società.

L’evoluzione ha un nome ben preciso, si chiama F.U.D. acronimo di Fattoria Urbana Diffusa; è un nome collettivo che non vuole avere marchi registrati, vuole essere semplicemente una porta per quelle persone che vogliono sporcarsi le mani e passare dalla parte dei produttori, con vari livelli di coinvolgimento; è rivolto a chi vuole intraprendere una vita a pieno contatto con la natura ma anche a quelli che non possono, o non si sentono ancora pronti per farlo ma hanno del tempo a disposizione e vogliono imparare (dalla natura e da persone con esperienza che le possono seguire) mettendosi in gioco anche per qualche ora. E’ importante che ognuno lavori e a fine giornata si porti a casa qualche prodotto della terra, si dice che siamo ciò che mangiamo, che mangiare è un atto agricolo, che un atto agricolo è, e sarà sempre più un atto politico. F.U.D. è quindi anche G.P.S., tanto per giocare con le sigle, è un Gruppo di Produzione Solidale.
I componenti estemporanei hanno la possibilità, coltivando e raccogliendo i prodotti della terra di realizzare due cose importanti, quella primaria di soddisfare il fabbisogno alimentare di sè stessi o della propria famiglia, dall’altro, apparentemente meno evidente ma non per questo meno importante, di promuovere un’economia dal basso partendo da persone vicine, dando modo agli altri (e quindi anche a te) di cambiare le carte in tavola dal punto di vista economico. Lo spazio fisico è limitato (anche se solo alle Zitelle viene coltivato meno di un decimo della terra), ma quello del pensiero non ha confini.
Potremmo dire che siamo alla ricerca di un modello, che, ricalcando quelli che sono i modelli naturali, non gerarchici ma legati alle relazioni simbiotiche, è destinato ad essere in continua evoluzione, non ciclica ma piuttosto con un modello a spirale aperta.
Non mi dilungo nel descrivervi tutti i progetti in corso e futuri perché rischierei di essere pedante, dedicherò uno scritto preciso all’argomento, anche perché quel progetto verrà inizialmente condiviso solo fra le persone che effettivamente parteciperanno alla cosa, ci tengo a dire, che è vero che ogni aiuto è sacro, ma che in un’attività di questo tipo è fondamentale che uno si sforzi di venire a sporcarsi mani e piedi, attenzione però perché poi ci si prende gusto

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