venerdì 25 aprile 2014

ENEB E ECAP

Oggi ho passato parte della mia giornata nell'Ex Convento dei Novizi, a S. Michele in Isola (il cimitero di Venezia), ho fatto i trattamenti alla vigna, e ho anche curiosato un po'. E' un posto magico, trovarmi da solo in un grande convento abbandonato e poter girare liberamente mi fa ritornare all'infanzia, quando entravo in qualche casa disabitata per trovare i segni del passato.
La bellezza dell'architettura si sposa con le forme della natura o meglio, con le forme che gli esseri umani (in questo caso Florian il potatore) hanno impresso alle piante.





La natura si risveglia ma purtroppo questo posto si sta inesorabilmente assopendo, non è torpore, è proprio lento abbandono, che si sta trasformando in degrado e in occupazione da parte di persone che provvisoriamente dovrebbero gestirlo, sto parlando degli operai di Veritas, che stanno velocemente stravolgendo la fisionomia che i frati avevano dato a questo piccolo gioiello, esempio unico di fattoria lagunare, con orto, cantina, pollaio, porcilaia e serra, che con pochi sforzi potrebbero essere riattivati.
Da poco (l'ultima volta che ci sono stato non c'era) hanno piantato una specie di serra in plastica in mezzo ad uno dei quadranti dell'hortus conclusus; non è certo un bel vedere, piantano alberi a caso, potano altri alberi in maniera scellerata, e mi fermo qui.

La gestione di Laguna nel Bicchiere, le Vigne Ritrovate si limita purtroppo alla sola cura della vigna e della cantina, sarebbe invece auspicabile una visione complessiva (è il Comune che dovrebbe decidere a chi affidarne la gestione), e questo si sente, e pesa gravemente sulla vita del luogo.
Questo ex convento me lo immagino come un esempio unico di sperimentazione, dove si uniscono antichi saperi a nuove teorie sulla cura del verde ma tutto ciò si potrà fare solo se questa gestione provvisoria di Veritas cesserà a breve, altrimenti inizieranno a verificarsi i primi crolli (vedi la foto della trave portante della serra (che sarebbe un piccolo gioiello da restaurare al più presto per iniziare una seria riproduzione di piante antiche da preservare).
Credo che Laguna nel Bicchiere, in collaborazione con altre realtà cittadine e non, possa iniziare un percorso di "risveglio" del Convento, prima che sia troppo tardi, i segni "allarmanti" sono sotto i nostri occhi.
(Michele Savorgnano)

p.s. riallacciandomi alla discussione su Poveglia; fino a pochi anni fa, S. Michele, oltre ad essere l'isola dei morti ospitava anche una comunità di frati, ridotti a uno nel'ultimo periodo. Era l'unica isola minore (insieme a S. Lazzaro e S. Francesco del Deserto) ad ospitare una popolazione residente permanente, credo che questa sia l'unica soluzione percorribile per risolvere la difficile riconversione delle isole della Laguna di Venezia, ripopolare, avere una popolazione stabile, che decide per il futuro della sua isola. Essere isolani non significa essere isolati. Ripopoliamo la laguna!

2 commenti:

  1. io ci sono stato quando c'erano gli ultimi frati, ho mangiato lì diverse volte anni fa... mangiato e bevuto s'intende... ero ragazzino e continuavano a versarmi da bere... ho percorso con loro i corridoi, ho visitato la vigna e l'orto... ricordo, la pace, il silenzio la generosità...

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  2. "Ripopoliamo la laguna!" come ben dice Michele, è per me non solo una esortazione importante ma un necessario appello a rafforzare la nostra alleanza con la natura che ci circonda e spesso viene abbandonata. Forza!
    -mm

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